Colloqui a Cosenza dal 30. 12.06 al 2.1.07
con Piero Fantozzi, Giorgio Marcello, Francesco Gaudio, Ercolino Cannizzaro, Vincenzo ed altri amici in preparazione di un testo per la giornata di preghiera quaresimale.
Sperimentata una profonda sintonia e amicizia spirituale accenno ad alcuni punti che possono arricchire il nostro lavoro.
Giorgio
Ci rivolgiamo a dei cristiani e in filigrana c’è tutto un discorso sulla Chiesa nel mondo.
La tranquillità diffusa è accompagnata da una crescente incertezza per le garanzie che si vanno sgretolando. Ma l’ansia è per se stessi, con un individualismo radicale. Serpeggia sopratutto fra i benestanti.
La comunità dei credenti pone qualche segno profetico ma solo in forma pulviscolare e marginale.
Molto conformismo è incosciente. Gesti profetici vengono anche per cristiani posti in una “nicchia” e non influiscono sul popolo.
Non ci si si mette in gioco per gli altri e la stessa fede nel Mistero Pasquale è accompagnata dalla pena per le nostre pene.
La radicalità evangelica viene mediata e intanto si dichiara aperta la contraddizione in attesa di lunghi periodi.
Pensiamo e viviamo con scarsa coscienza di essere inseriti nel mistero di morte e risurrezione.
La profezia è ammirata e rispettata ma si apprezza il successo mondano.
La devozione a Gesù Cristo non porta alla sua sequela ed a conformarsi al Mistero Pasquale.
La conversione cristiana è rivoluzione; chiedere su questi punti un approfondimento biblico a Pino Stancari
L’ecclesialità possibile è nella circolazione delle esperienze spirituali cercando nuovi itinerari nelle crepe di un impianto che si va sfarinando, vincendo l’impressione che non ci sia nulla da fare.
Vincenzo
Natale è stupore.
Si comunica solo a livello superficiale.
Il Signore sceglie chi è più indegno per andare contro-corrente ed essere trasformato dalla grazia di conversione.
Piero
Reagire è possibile comunitariamente.
C’è la tentazione di “usare la conversione”. Essa è ricerca che il mondo ostacola proponendo sicurezze diverse.
Il radicamento è fondamentale per la conversione affinchè questo non sia un fatto individualista.
Il padre di famiglia è tentato di conformarsi anche nella costruzione della famiglia.
La conversione ecclesiale è politica in quanto responsabilità universale verso il mondo. Conversione è quindi maturazione di coscienza politica, ricerca continua di come rispondere meglio ai bisogni di tutti.
Francesco Gaudio
Nella lettera ai Romani, cap. XII, 1 e 2 – non mi si bacchetti – colgo un “appello politico”.
I cristiani romani sono un’esigua minoranza, ed hanno, seguendo l’ispirazione divina, la forza di resistere insieme attuando un cambiamento radicale.
Oggi, dopo quasi 2000 anni, l’esortazione di Paolo è pienamente valida perchè riguarda una condizione antropologica, connaturata all’essenza umana.
Nel ‘900 non sono mancate idee di trasformazione per le quali milioni di persone sono state ammazzate ed hanno ammazzato. E il fallimento pesa su di noi figli del ‘900.
Uno slogan unifica ancora: un altro mondo è possibile.
Talvolta emerge, tal’altra scorre come un fiume carsico. Ma c’è anche il conformismo nell’anticonformismo.
Non si passa dalle parole ai fatti.
Ho salvato una pietra scartata (senza casa e senza nulla) ma a Cosenza ce ne sono tante.
Ercolino Cannizzaro
L’educazione al senso di responsabilità verso tutti gli altri è difficilissimo, a cominciare dalla famiglia.
Tutti sono coinvolti in un egoismo consumistico oggettivo che è un fatto gravissimo di ingiustizia.
Il contesto ecclesiale è poverissimo di educazione alla politica, come responsabilità di ognuno e di tutti verso gli altri.
Quanto più la Chiesa si schiera tanto meno incontra l’uomo (Dianich).
Nel nuovo testamento la preoccupazione principale è la fede che il Signore è risorto. Tutto il resto segue.
Vincenzo
Sento il bisogno di chiarezza e di garanzia sui principi fondamentali che mi viene dalla gerarchia. Così sono libero di fare la ricerca ogni giorno nelle situazioni concrete.
Abbiamo bisogno di principi per affrontare l’esasperato laicismo che tende a cancellare ogni orma di Dio.
Siamo contrari alle guerre e agli squilibri economici ma nella vita quotidiana poi accettiamo ogni genere di spreco, anche quello delle risorse intellettuali e di cuore dei giovani. Ma le voci individuali non vengono nemmeno percepite.
Piero
La diversità fa parte della Chiesa che è corale (depositum caritatis).
Voler controllare ogni cosa e decidere quale è la verità non è evangelico.
Il peso della istituzionalizzazione rompe la ricerca e l’universalismo. Il meccanismo istituzionale prende il predominio nella vita.
L’istituzionalizzazione è necessaria; il problema è il peso che ad essa si dà.
La teologia della liberazione ha avuto una importanza enorme in una situazione terrificante. Non ha senso combattere una realtà così ricca spiritualmente. Va bene indagare ed entrare in dialogo.
I carismatici e i neocatecumenali non considerano la realtà del mondo con la sua complessità.
Pio
Il carisma dell’universalità fa scoprire l’universalità dei carismi, cioè che ognuno ha qualcosa per tutti, è una grazia per tutti.