Il presente testo, di giugno 2015, contiene la nuova introduzione di Giovanni Bianchi che testimonia oggi la “presenza di Pio”.
…Lo sappiamo tutti che il rapporto tra politica e Vangelo, che è la cifra spirituale della sua esistenza, provocò più di un dubbio e qualche apprensione di integralismo tra non pochi dirigenti. E con tutta probabilità anche dalle parti della Pastorale del Lavoro. Pio non se ne dette per inteso, continuò a spingere e a proporre, non mutò una virgola dei suoi testi, e noi oggi continuiamo ad essere ammirati insieme dalla profondità, dal coraggio e dalla preveggenza cristiana del suo approccio. Come i veri credenti, padre Pio Parisi SJ non era un ottimista, ma uomo di speranza. Ne ho conosciuti altri come lui, primo fra tutti padre David Maria Turoldo. Non indoravano la pillola, ma ti mettevano per strada, ti accompagnavano dicendoti che ce l'avremmo fatta, con la fiducia in Chi sapeva e poteva assai più di noi. La fede in fondo è questo: non credi che ce la farai perché sei bravo e sei nato sotto una buona stella, ma perché Qualcuno te lo ha garantito, insieme alla promessa del suo aiuto. Proprio perché non si atteggiava a capopopolo o ad archimandrita, Pio indicava la strada, si metteva davanti, non ti scoraggiava se dopo una curva ne trovavi un'altra e un'altra ancora. Semplificare i problemi gli è sempre parso un dovere e una missione. Nessun semplicismo ovviamente, ma il riferimento continuo a quel passo del Vangelo di Matteo che suona: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza"(Mt 11, 25-26).