Gli incontri della Lectio divina del ciclo 2019-2020 riprendono a partire dal capitolo 1 della Prima Lettera di Paolo ai Tessalonicesi.
Eccoci di nuovo alle prese con la Parola di Dio e penso che sia doveroso, riprendendo la consuetudine di questi appuntamenti mensili, rivolgere un pensiero a Laura che ha lasciato memoria nell’ultima testimonianza del suo servizio con la redazione del testo che avete in mano e che contiene la trascrizione dell’ultima lettura dei libri di Samuele. Dedichiamo a lei questo momento di raccoglimento, di ascolto della parola che ci ha sostenuto e alimentato nel corso degli anni e che risuona con tutta la sua efficacia, con la collaborazione di ciascuno di noi e di Laura, che è stata così fedele e, nello stesso tempo, così dimessa, nascosta e riservata.
E quindi iniziamo una nuova tappa nel nostro cammino, rispettando la regola dell'alternanza fra Antico e Nuovo Testamento, e ho deciso di dedicare il tempo necessario quest' anno, a partire da stasera, alla lettura della Prima lettera di Paolo ai Tessalonicesi. Lettura che non avevamo mai affrontato in questa sede.
Abbiamo letto altri scritti paolini o attribuiti a Paolo nel contesto della letteratura neotestamentaria nel corso degli anni, Le lettere pastorali certamente ricordate, La Lettera agli Efesini, certamente ricordo anch'io. Fatto sta che mi sembra particolarmente opportuno prendere direttamente contatto con lo scritto più antico tra tutti quelli che trasmettono a noi la testimonianza così feconda di Paolo e della sua attività al servizio dell’Evangelo nel primissimo periodo. Lo scritto più antico e non solo per quanto riguarda la raccolta degli scritti paolini, ma lo scritto più antico di tutto il Nuovo Testamento è per così dire la soglia di accesso al Nuovo Testamento. Quando Paolo scrive questa lettera non esiste alcuno di quegli scritti che compongono quel corpus così importante e imprescindibile per noi: i Vangeli, gli Atti degli Apostoli, gli altri scritti, fino all' Apocalisse.
Padre Pino Stancari